venerdì 29 settembre 2017

Due padri della PNEI: Norman Cousins e Candace Pert

Da un punto di vista scientifico le prime conferme sul potere terapeutico delle emozioni positive arrivano, negli anni ‘70, con il caso del giornalista Norman Cousins, colpito nel 1964 alle ossa da una malattia di origine autoimmune (spondilite anchilosante) che gli creò gravi problemi nella deambulazione e in tutti i movimenti. Il giornalista, dopo le terapie somministrategli in ospedale, all’epoca essenzialmente a base di antidolorifici, decise di abbandonare le cure tradizionali e di tentare un approccio del tutto inusuale che prevedeva la somministrazione giornaliera di:
25 grammi al giorno di vitamina C, da assumere mediante flebo
3-4 ore di ilarità con la visione di film comici.
Guarì, inaspettatamente, dopo un anno.

Relazioni fra emozioni, mente e corpo
Dopo la guarigione di Norman Cousins e in particolar modo a partire dagli anni ’70, si portarono avanti molti studi sul rapporto non solo psicologico, ma anche biochimico tra emozioni, mente e corpo.
Questi studi hanno spiegato in maniera più articolata i meccanismi alla base della relazione tra i neurotrasmettitori e i neurorecettori che è stata definita del tipo chiave e serratura. Un sistema di comunicazioni in cui i neuropeptidi “parlano” e i recettori “ascoltano”.
La statunitense Candace Pert, neuroscienziata, biologa e farmacologa di fama internazionale, ritiene che questo sistema di comunicazioni sia fondamentale per la biochimica delle emozioni.
“Quando avremo dimostrato la misura in cui le emozioni (espresse tramite molecole neuropeptidi) influenzano il corpo – dice la studiosa – diventerà chiaro come esse possano rappresentare una chiave per comprendere la malattia”.

venerdì 13 novembre 2015

Autismo: correlazioni tra cervello e intestino

All'ultimo Congresso della SIPNEI (Torino, 30 - 31 ott. 2015) il dott. Dario Siniscalco  (Seconda Università di Napoli, dipartimento di Medicina Sperimentale) che si occupa di bambini con autismo, nel suo brillante intervento, ha aperto un varco che offre una concreta speranza a chi soffre di questa patologia. 
Il dott. Siniscalco ha spiegato che si sta facendo sempre più strada la correlazione tra patologie dell'intestino e problematiche relative allo spettro autistico. 
Vediamo come medici e studiosi sono giunti a queste convinzioni, che fino a poco tempo fa erano solo supposizioni.

Innanzi tutto va detto che l'intestino è il primo organo a formarsi. Viene chiamato anche "secondo cervello" per la stretta correlazione con esso.
La superficie della membrana dell'intestino che, se venisse svolta occuperebbe un intero campo da tennis, ha una funzione di barriera. In alcuni casi però questa barriera ha delle falle, e di conseguenza si possono innescare particolari disturbi.
Quando la barriera non funziona come dovrebbe, lascia passare alcuni peptidi che scatenano una risposta anticorpale che poi genera a cascata una serie di eventi infiammatori.
Nella gran parte dei bambini con autismo, si è evidenziata una comorbidità con patologie intestinali, a causa di questa barriera che risulta alterata.

Intervenendo sulla alimentazione, prescrivendo a questi bambini una dieta senza glutine e senza caseina, sono scomparsi i problemi intestinali e via via si è attenuata anche la sintomatologia portata dall'autismo, con netti miglioramenti sugli aspetti cognitivi e comportamentali.
Questi miglioramenti si sono avuti su circa l'80% dei bambini presi in esame. Più si interviene in età precoce e migliori sono le possibilità di recupero.

giovedì 12 novembre 2015

Approccio sistemico per una visione olistica


Superato l'approccio riduzionista si è compreso che non si possono studiare atomi e molecole a prescindere dal contesto all'interno di cellule viventi.
Il riduzionismo ridimensionava la complessità umana a un insieme di sistemi, sottovalutando influenza che ogni sistema ha sugli altri.
L'approccio sistemico considera la complessità umana e sa che la salute dell'individuo dipende dall'equilibrio (omeostasi) dei sistemi che lo compongono.

L'attività psichica parte dall'attività nervosa che una volta emersa retroagisce modificando biologicamente il nostro cervello.

"La salute è una situazione di intrinseca adeguatezza"
Prof. Francesco Bottaccioli - Congresso SIPNEI
Conoscere e curare l'essere umano nella sua interezza
Torino, 30 e 31 ottobre 2015

PNEI come paradigma per le scienze della cura

Superato il vecchio approccio riduzionista, abbracciato l'approccio sistemico della psiconeuroimmunologia, anche la medicina ufficiale ritiene che il nostro stato di salute sia il frutto di un equilibrio derivante da una molteciplità di fattori. 
Il nostro corpo può funzionare come una macchina perfetta, quando il sistema nervoso, endocrino e immunologico sono messi nelle migliori condizioni, cosicché anche la nostra psiche possa trarne emozioni positive che a loro volta si riverberano sul nostro corpo fino al conseguimento di un equilibrio perfetto che origina armonia. Corpo e mente in stretta relazione si influenzano vicendevolmente e si coordinano come gli orchestrali durante una sinfonia.
Alla luce di quanto detto, possiamo affermare che oggi la PNEI sia divenuta il paradigma delle scienze della cura.

Prove scientifiche circa gli effetti della tangoterapia


È noto da tempo che il tango argentino ha effetti benefici sulla funzione motoria nei Malati di Parkinson.
A riprova ricordiamo i risultati di uno studio controllato riportati dal sito nazionale dell’AIP l’11 ottobre 2011:
“Nell’ambito dello studio che ha confrontato 31 pazienti parkinsoniani che hanno partecipato ad un programma di tango argentino per due volte alla settimana con altri 31 pazienti che non lo hanno seguito, dopo un anno i pazienti ballerini hanno presentato un miglioramento del 28,7% (12,8 punti) del punteggio motorio sulla scala UPDRS, nonché miglioramenti significativi in un test di equilibrio (MiniBESTtest), del freezing (questionario FOG) e del cammino (test del cammino per 6 minuti).

Trattamento non farmacologico della depressione, dell’ansia, dello stress


Lettino per sonicoterapia
La sonico-terapia è una tecnica recente di stimolazione sensoriale audio-tattile del paziente, che induce risposte neurologiche efficaci in tempi molto più rapidi rispetto ai metodi di monostimolazione recettoriale già noti.
Si caratterizza per la sinergia e la simultaneità d’azione a livello fisico e psichico evocando e inducendo stati emozionali con sensazioni soggettive di benessere. Costituisce un nuovo supporto per il trattamento non farmacologico della depressione, dell’ansia, dello stress.

La terapia che usa la voce per liberare la mente


Le logoterapie e le tecniche di educazione alla parola e al canto talvolta si sono dimostrate non risolutive. Infatti, non è sempre possibile rimuovere certi impedimenti psicofisici alla corretta emissione del suono vocale mediante esercitazioni circoscritte all’apparato orale e respiratorio.
Da una osservazione casuale Francesca Romano ha intuito la soluzione teorica alle problematiche legate alla parola e al canto, e ha messo a punto alcune pratiche innovative ed efficaci per utilizzare appieno le potenzialità del corpo, cassa di risonanza della voce umana.

Due padri della PNEI: Norman Cousins e Candace Pert

Da un punto di vista scientifico le prime conferme sul potere terapeutico delle emozioni positive arrivano, negli anni ‘70, con il caso d...