L'approccio si chiama strategico perché si basa su una logica non ordinaria, servendosi di stratagemmi attraverso i quali vengono superate le difficoltà, che la ragione non è in grado di affrontare.
Si serve di un linguaggio evocativo, denso di metafore e aforismi, che conducono via via la persona a rompere la rigidità di comportamenti ripetitivi e controproducenti.
Generalmente in breve tempo, la persona supera il problema attraverso esperienze emozionali correttive, riuscendo a superare i suoi limiti, quasi senza rendersene conto. "Solcare il mare all'insaputa del cielo". Giorgio Nardone.
La relazione è di completa fiducia, lo psicologo assume il ruolo di mentore e assegna degli esercizi specifici, allo scopo di far acquisire equilibrio, autonomia nel gestire le sfide quotidiane, capacità di pianificazione.
L’intervento strategico si basa su un modello elaborato a partire dagli studi di Milton Erickson (psichiatra e ipnologo) che riteneva fondamentale non tanto scavare nel vissuto della persona, ma osservare il presente, alla ricerca di soluzioni efficaci attraverso il problem solving strategico. Erickson riteneva che, anche se le cause del malessere affondano le proprie radici nel passato, accanirsi alla ricerca di queste, prolunghi la soffenza del paziente che necessita di un intervento più tempestivo. La sua proposta, quindi, è quella di una terapia che non passa necessariamente attraverso l’insight, ma che arriva al superamento dei problemi psicologici nel più breve tempo possibile.
In seguito, dopo la fase di consolidamento, se il paziente lo desidera, si possono fare approfondimenti alla ricerca delle cause che hanno determinato l'instaurarsi delle problematiche (per esempio nel caso di attacchi di panico, ansia, disturbo ossessivo-compulsivo).
La pratica clinica di Erickson è alla base del modello della terapia breve strategica, insieme ai contributi arrivati dalla teoria della comunicazione di Gregory Bateson. Tutto questo è confluito nella scuola di Palo Alto, che ha come maggior esponente e teorico Paul Watzlawick. In Italia, il punto di riferimento della Psicologia strategica è Giorgio Nardone, allievo diretto ed erede di Watzlawick.