venerdì 13 novembre 2015

Autismo: correlazioni tra cervello e intestino

All'ultimo Congresso della SIPNEI (Torino, 30 - 31 ott. 2015) il dott. Dario Siniscalco  (Seconda Università di Napoli, dipartimento di Medicina Sperimentale) che si occupa di bambini con autismo, nel suo brillante intervento, ha aperto un varco che offre una concreta speranza a chi soffre di questa patologia. 
Il dott. Siniscalco ha spiegato che si sta facendo sempre più strada la correlazione tra patologie dell'intestino e problematiche relative allo spettro autistico. 
Vediamo come medici e studiosi sono giunti a queste convinzioni, che fino a poco tempo fa erano solo supposizioni.

Innanzi tutto va detto che l'intestino è il primo organo a formarsi. Viene chiamato anche "secondo cervello" per la stretta correlazione con esso.
La superficie della membrana dell'intestino che, se venisse svolta occuperebbe un intero campo da tennis, ha una funzione di barriera. In alcuni casi però questa barriera ha delle falle, e di conseguenza si possono innescare particolari disturbi.
Quando la barriera non funziona come dovrebbe, lascia passare alcuni peptidi che scatenano una risposta anticorpale che poi genera a cascata una serie di eventi infiammatori.
Nella gran parte dei bambini con autismo, si è evidenziata una comorbidità con patologie intestinali, a causa di questa barriera che risulta alterata.

Intervenendo sulla alimentazione, prescrivendo a questi bambini una dieta senza glutine e senza caseina, sono scomparsi i problemi intestinali e via via si è attenuata anche la sintomatologia portata dall'autismo, con netti miglioramenti sugli aspetti cognitivi e comportamentali.
Questi miglioramenti si sono avuti su circa l'80% dei bambini presi in esame. Più si interviene in età precoce e migliori sono le possibilità di recupero.

giovedì 12 novembre 2015

Approccio sistemico per una visione olistica


Superato l'approccio riduzionista si è compreso che non si possono studiare atomi e molecole a prescindere dal contesto all'interno di cellule viventi.
Il riduzionismo ridimensionava la complessità umana a un insieme di sistemi, sottovalutando influenza che ogni sistema ha sugli altri.
L'approccio sistemico considera la complessità umana e sa che la salute dell'individuo dipende dall'equilibrio (omeostasi) dei sistemi che lo compongono.

L'attività psichica parte dall'attività nervosa che una volta emersa retroagisce modificando biologicamente il nostro cervello.

"La salute è una situazione di intrinseca adeguatezza"
Prof. Francesco Bottaccioli - Congresso SIPNEI
Conoscere e curare l'essere umano nella sua interezza
Torino, 30 e 31 ottobre 2015

PNEI come paradigma per le scienze della cura

Superato il vecchio approccio riduzionista, abbracciato l'approccio sistemico della psiconeuroimmunologia, anche la medicina ufficiale ritiene che il nostro stato di salute sia il frutto di un equilibrio derivante da una molteciplità di fattori. 
Il nostro corpo può funzionare come una macchina perfetta, quando il sistema nervoso, endocrino e immunologico sono messi nelle migliori condizioni, cosicché anche la nostra psiche possa trarne emozioni positive che a loro volta si riverberano sul nostro corpo fino al conseguimento di un equilibrio perfetto che origina armonia. Corpo e mente in stretta relazione si influenzano vicendevolmente e si coordinano come gli orchestrali durante una sinfonia.
Alla luce di quanto detto, possiamo affermare che oggi la PNEI sia divenuta il paradigma delle scienze della cura.

Prove scientifiche circa gli effetti della tangoterapia


È noto da tempo che il tango argentino ha effetti benefici sulla funzione motoria nei Malati di Parkinson.
A riprova ricordiamo i risultati di uno studio controllato riportati dal sito nazionale dell’AIP l’11 ottobre 2011:
“Nell’ambito dello studio che ha confrontato 31 pazienti parkinsoniani che hanno partecipato ad un programma di tango argentino per due volte alla settimana con altri 31 pazienti che non lo hanno seguito, dopo un anno i pazienti ballerini hanno presentato un miglioramento del 28,7% (12,8 punti) del punteggio motorio sulla scala UPDRS, nonché miglioramenti significativi in un test di equilibrio (MiniBESTtest), del freezing (questionario FOG) e del cammino (test del cammino per 6 minuti).

Trattamento non farmacologico della depressione, dell’ansia, dello stress


Lettino per sonicoterapia
La sonico-terapia è una tecnica recente di stimolazione sensoriale audio-tattile del paziente, che induce risposte neurologiche efficaci in tempi molto più rapidi rispetto ai metodi di monostimolazione recettoriale già noti.
Si caratterizza per la sinergia e la simultaneità d’azione a livello fisico e psichico evocando e inducendo stati emozionali con sensazioni soggettive di benessere. Costituisce un nuovo supporto per il trattamento non farmacologico della depressione, dell’ansia, dello stress.

La terapia che usa la voce per liberare la mente


Le logoterapie e le tecniche di educazione alla parola e al canto talvolta si sono dimostrate non risolutive. Infatti, non è sempre possibile rimuovere certi impedimenti psicofisici alla corretta emissione del suono vocale mediante esercitazioni circoscritte all’apparato orale e respiratorio.
Da una osservazione casuale Francesca Romano ha intuito la soluzione teorica alle problematiche legate alla parola e al canto, e ha messo a punto alcune pratiche innovative ed efficaci per utilizzare appieno le potenzialità del corpo, cassa di risonanza della voce umana.

I benefici dell'ippoterapia nei bambini diversamente abili


Il cavallo viene utilizzato in medicina sino dai tempi più antichi. Infatti, già diversi anni a. C., l’equitazione veniva consigliata per curare patologie di vario genere, come l’insonnia, forme di epilessia e impiegata come trattamento riabilitativo in alcuni casi di paralisi. 
Soltanto a partire dagli anni ‘50, l’ippoterapia viene riconosciuta ufficialmente dalla scienza medica.
Attualmente la riabilitazione equestre è praticata in molti paesi del mondo; in Italia viene attuata secondo un approccio globale che pone le sue basi sull’interrelazione tra persona diversamente abile, cavallo e terapista, senza escludere a priori nessun tipo di disabilità. 
L’ippoterapia è un complesso di tecniche rieducative che permette di superare danni sensoriali, cognitivi e comportamentali attraverso un’attività ludico-sportiva che si svolge a cavallo. 

Il cavallo, simbolo di libertà e potenza, offre un ottimo rinforzo psicologico


Il cavallo è da sempre simbolo di libertà, potenza, gloria. 
Per la persona diversamente abile, il cavallo avvolto dal suo indiscusso fascino, assume un aspetto ancora maggiormente spettacolare, per le magnifiche prestazioni, le emozioni e l'affetto che sa offrire. 
Inoltre, l’altezza che viene raggiunta quando si cavalca e lo spostamento del cavallo nelle sue andature, aggiunge altri notevoli traguardi a questa esperienza così ricca di gratificazioni. 
Il cavallo si pone come un grande amico, che vuole bene, che aspetta e, soprattutto, che accetta la persona così com’è.
Attività a cavallo vuol dire armonia, autoaffermazione, abbandono a un benessere fisico diffuso, riavvicinamento all’ambiente naturale. Inoltre, è fondamentale la grande azione di rinforzo psicologico. 

Poche altre discipline rispondono in modo così positivo a tutte queste richieste.
Ma la cosa più importante è che l’attività a cavallo risponde perfettamente alla richiesta di “piacere del movimento”, sacrosanto diritto di ogni individuo. 

La musica migliora le capacità intellettive


Neurologi, musicisti e insegnanti di musica sono sempre stati d’accordo su tale concetto: la musica aiuta a sviluppare l’intelligenza. 
Fino a poco tempo fa, tuttavia, nessuno ha mai affermato ciò a gran voce, semplicemente, perché mancavano adeguati riscontri scientifici ad avvalorare le loro convinzioni. 
Ora però, in seguito a studi e ricerche, si può affermare con certezza che gli individui che hanno ricevuto un’educazione musicale, soprattutto in tenera età, hanno avuto più opportunità per sviluppare maggiormente alcune aree del cervello. 

Nell’ultimo decennio è stata condotta, a Berlino, una ricerca nelle scuole elementari di un quartiere popolare: per sei anni sono stati studiati i comportamenti di un gruppo di bambini che frequentavano lezioni regolari di musica, oltre il normale orario scolastico, e comparati con i comportamenti di altri bambini che seguivano un curriculum didattico tradizionale. 
La ricerca ha rivelato che i bambini che hanno ricevuto un’educazione musicale hanno capacità intellettive migliori rispetto ai loro coetanei privi di esperienze in campo musicale. In particolare:
sono risultati in grado di risolvere meglio i problemi di tipo logico-matematico;
hanno dimostrato maggiori capacità di espressione, sia verbale che corporea;
il loro comportamento è apparso più equilibrato e privo di quegli stati di ansia che spesso sfociano nell’iperattività.

Ridere rafforza il sistema immunitario

Studi scientifici hanno dimostrato che il buonumore mette al riparo dalle infezioni determinando un aumento (minor riduzione) dell'immunoglobulina A, un anticorpo che, nell’ambito del sistema immunitario, aiuta a neutralizzare i corpi estranei come virus e batteri.

Patch Adams e la clownterapia


Il medico Patch Adams sposò l’idea di poter aiutare i pazienti con le risate e portò i clown in corsia per affiancare alle classiche cure, la clownterapia. Ecco che la terapia del sorriso entra a far parte delle terapie dolci, confermandoci il vecchio proverbio “il riso fa buon sangue”.
La risata rappresenta da sempre una forma di difesa, spesso inconsapevole, per  superare la drammaticità di certe situazioni e scongiurare complicazioni psico-fisiche. 
Molte persone reagiscono a situazioni tristi e difficili, ridendo in modo apparentemente ingiustificato, ma questo rappresenta in certi casi una modalità per ristabilire nel cervello una condizione biochimica necessaria al mantenimento delle funzionalità fisiche, quindi è un modo alternativo per ripristinare nel corpo una sorta di equilibrio reagendo al dolore con risate che agli occhi degli altri potrebbero risultare fuori luogo. 

Un genitore che conoscere le problematiche del figlio e un insegnante preparato sapranno valutare e comprendere che si verificano situazioni in cui i bambini possono reagire allo stress o alla tristezza con risate nervose, utili al loro fisico per ripristinare i livelli di endorfina.

Clown therapy, curare i malati e non le malattie

Alcuni anni or sono, nell’Aula Magna delle Ospedale Molinette, il medico americano Patch Adams ha tenuto una brillante conferenza parlando a lungo dei suoi 40 anni di attività profusi “per la cura dei malati” e “non delle malattie”.
I primi insegnamenti che lo hanno poi portato, negli anni, a proporsi professionalmente e umanamente in questo modo, gli giungono dalla madre. Una grande donna che gli ha dato e insegnato amore, sempre. Il papà soldato, muore in guerra quando lui ha sedici anni e questo dolore, genera in lui il desiderio e la voglia di sconfiggere la tristezza imparando a portare agli altri non solo amore, ma anche allegria e gioia. Fin da ragazzo riflette sui modi comportamentali delle persone e, in particolare, cerca di capire come lui stesso potrebbe proporsi agli altri per metterli a proprio agio e far scattare una buona dose di empatia.

Decide di studiare medicina e si accorge, già in ambito universitario, che non viene mai insegnato il valore dell’amore, dell’affetto, della comprensione, del sorriso, mentre lui comprende fin da subito quanto sia importante, per un medico, il sentimento della compassione verso chi soffre. Conclusi gli studi e giunto ad esercitare la professione, si trova al fianco di affermati medici che mettono innanzi tutto la carriera e il denaro.

Arteterapia e laboratori artistici

Opera realizzata durante il laboratorio “A passeggio con i colori”
organizzato dai Servizi Sociali della circ. IV Città di Torino
condotto da Matilde Domestico e rivolto a pazienti
disabili psicofisici ultrasedicenni.
L’Arteterapia ha inizio negli anni ‘40 e ‘50, in Inghilterra e negli Stati Uniti come modalità terapeutica per curare i disagi psicologici dei reduci di guerra e dei pazienti ricoverati in ospedali psichiatrici. Praticata da artisti sensibili al potenziale comunicativo dell’arte o da psicologi e psichiatri interessati al linguaggio pittorico, si è presto sviluppata come disciplina autonoma, ampliando il suo campo di applicazione alla prevenzione e alla riabilitazione della maggior parte dei disturbi psicologici e sociali.
La teoria dell’Arteterapia ha le sue radici da un lato nell’arte e creatività, dall’altro negli studi psicodinamici. I lavori artistici costituiscono un mezzo per l’espressione e la comunicazione del mondo interno costituito da immagini, pensieri, emozioni e fantasie.

I nutraceuti nella medicina integrata

nutraceuti sono sostanze presenti negli alimenti in grado di svolgere un'azione benefica per la nostra salute sia in termini di prevenzione che i termini terapeutici.
IL termine nutraceuta è un neologismo che vuol racchiudere i concetti di nutrizione e farmaceutica.
Questo rievoca il famoso detto di Ippocrate, ritenuto tutt'oggi il padre della medicina.
"Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo".

Si chiamano alimenti funzionali i cibi che contengono i nutraceuti. 
I nutraceuti sono contenuti anche negli integratori alimentari. 

Ecco alcuni esempi di nutraceuti: le vitamine, gli oligoelementi, la carnitina, l'acido folico, gli acidi grassi polinsaturi essenziali (Omega 3 / Omega 6), ...

Il significato della malattia

Nelle medicine naturali il termine "malattia" viene sostituito da quello di "squilibrio" che corrisponde meglio al concetto di mancato stato di benessere psico-fisico-sociale di un individuo o di una comunità.
L’uomo è un sistema aperto e non può prescindere dall’interazione con altri sistemi e con l’ambiente circostante.
Non sono i sintomi a definire la malattia o, perlomeno, la loro importanza è relativa all’oggetto di quanto il corpo vuole comunicare, ma è la mancata armonia tra le parti costitutive dell’essere umano, che ha bisogno di comprendere se stesso e di essere compreso dal suo prossimo. L’esperienza terrena abbraccia la vita del singolo e altrettanto quella della comunità. La storia ci dimostra infatti che, accanto al percorso individuale della persona, esiste l’evoluzione spirituale dell’umanità, che  viene segnata dalla comparsa e la scomparsa di determinate malattie in epoche diverse. 

Risoterapia e comicoterapia

Cristiana Maffucci
Attrice comica e psicoterapeuta
Ridere fa bene alla salute: giova alla mente e al corpo

Il riso abbonda sulla bocca degli stolti, dal latino “Risus abundat in ore stultorum”. Così recita un antichissimo detto, per dire che chi ride molto è uno stupido.
Poi Molière ci insegnò che “si piange con il cuore, ma si ride con il cervello”. E, se questo è vero, ridere molto dovrebbe dimostrare che si fa largo uso del cervello, non il contrario.
Quindi, in tempi più recenti, la risata è stata simbolicamente associata alla vita e alla gioia di vivere. È perciò, per sua stessa natura, contrapposta alla morte. Ridendo ci si rilassa e tutto il corpo ne acquista giovamento. Studi scientifici hanno dimostrato che il buonumore mette al riparo dalle infezioni determinando un aumento (minor riduzione) dell'immunoglobulina A, un anticorpo che, nell’ambito del sistema immunitario, aiuta a neutralizzare i corpi estranei come virus e batteri.


La gelotologia (dal greco ghelos=riso e logos=scienza) è una disciplina relativamente recente che studia l'attività del ridere, del buonumore e del pensiero positivo come rimedio a numerosi disturbi psicofisici. Si basa sugli studi scientifici della PsicoNeuroEndocrinoImmunologia (PNEI) che hanno evidenziato l’influenza diretta degli stati mentali e delle emozioni sul sistema immunitario e viceversa.

La saggezza per Marcel Proust

Anche la malattia può divenire un percorso di crescita e maturazione. Trovare la via per poterla affrontare è importante per non scivolare nella depressione, per trovare la forza di combattere.

Cure palliative e concetto di dolore totale

Cicely Saunders
Il termine “palliativo” in ambito medico viene spesso inteso come sinonimo di infruttuoso o anche ad “effetto placebo”. In realtà, tale aggettivo sta ad indicare che la cura non agisce sulla causa della malattia (terapia eziologica), tuttavia si pone l’importante obiettivo di ridurre il dolore e migliorare la qualità della vita del paziente.
Parlando di malattie per le quali la guarigione non è raggiungibile, va detto che in ogni caso inguaribile non significa incurabile e i pazienti hanno diritto ad essere assistiti con professionalità affinché la loro sofferenza sia ridotta al minimo laddove non può essere eliminata del tutto.

A questo proposito va introdotto il concetto di dolore totale. L’artefice di questo è stata l’inglese Cicely Saunders, ex assistente sociale e infermiera, in seguito divenuta medico.

mercoledì 11 novembre 2015

Oniroterapia di integrazione

L'oniroterapia è una tecnica psicoterapeutica che sia fonda sull'utilizzo delle immagini mentali. Il terapeuta si serve di immagini o personaggi simbolici per far costruire al cliente una storia libera.
La storia immaginata e raccontata durante la seduta permette al terapeuta di accedere ai conflitti interiori del suo assistito. 
Il cliente parla per immagini, esprime sensazioni corporee, emozioni, desideri e ansie, in modo che l'universo interiore e inconscio possa emergere.

Creatività come esperienza ottimale

Anna Freud
Una mente creativa sopravvive a qualunque genere e tipo di cattiva educazione.
Anna Freud, Conferenza alla Società Psicoanalitica di New York, 1968


La creatività non fa castelli in aria, ma trasforma le baracche in castelli.
Karl Kraus (1874-1936)


La vera creatività comincia spesso dove termina il linguaggio.
Arthur Koestler, L'atto della creazione, 1964

Le esperienze ottimali per vivere meglio

I sensi e l'anima

Nulla può curare l'anima se non i sensi,
come nulla può curare i sensi se non l'anima. 
Oscar Wilde

Superare la sofferenza attraverso la narrazione

Rita Charon
La Medicina Narrativa nasce con l’intento di colmare la mancanza della Medicina ufficiale di prendere in considerazione gli aspetti personali ed emotivi del malato (al di là dei lati oggettivi basati sull’evidenza); si accosta pertanto agli approcci olistici, per una medicina integrata e partecipata.
In pratica è uno strumento importante per promuovere una maggiore centralità del paziente.
Nell’ambito di un percorso di cura, aiuta il malato ad affrontare la sofferenza, attraverso il linguaggio espressivo (parlato o scritto) valorizzando il vissuto e le emozioni, e condividendole con altri pazienti o con il medico curante o altre figure di supporto.

Raccogliere e portare alla luce un’esperienza per il paziente non è facile, richiede tempi appropriati, capacità di riflessione e una formazione o guida.

Non solo per i pazienti, ma anche per le varie figure mediche, la medicina narrativa va considerata come una fonte di arricchimento in quanto migliora la sensibilità, la capacità di ascolto e il valore della cura accresciuto da un rapporto umano più profondo nel quale medico e paziente divengono alleati per la riconquista della salute o, nei casi più difficili, per il conseguimento di un’accettabile qualità di vita anche nella malattia.
È importante sensibilizzare chi lavora in ambito sanitario affinché possano essere affinate e interiorizzate le capacità comunicative ed empatiche.


Creatività, un urlo dell'anima

Edvard Munch, L’urlo

Parlando di creatività si può dire di tutto. Ogni cosa può rientrare nell’argomento e tutti oggi ne parlano. Il rischio è quello di di essere banali. E se questo si verifica, crolla ogni fondamento! Infatti, per definizione, la creatività è in netta antitesi con la banalità.
Cercherò, in questo articolo, di presentarvene alcuni aspetti, e in altri arriverò a una parte più pratica relativa agli esercizi per sviluppare il pensiero creativo.

Di fronte alla richiesta di una definizione di creatività, ogni giorno ne darei una diversa e non con voluto intento, ma con la difficoltà di fissare entro determinati argini qualcosa di fluttuante e impalpabile.
Ogni giorno, percepisco la creatività in varie modalità e secondo diversi aspetti. Ognuno di questi non è in antitesi con gli altri, ma ne coglie un’altra sfaccettatura e tutte insieme formano un’immagine in perenne movimento.
Questa immagine mentale, rappresentativa della creatività, come tutto ciò che è in movimento, si spinge verso una forma astratta e incompiuta. È qualcosa di simile all’onda del mare che, con tutta la sua impetuosità, è mossa da una forza inarrestabile.
Dietro l’onda creativa c’è sempre la forza dell’impegno profuso e la capacità di rimandare le gratificazioni.
L’Eureka di Archimede, nello scoprire che un corpo immerso nell’acqua sposta una quantità di liquido pari alla sua massa, non è una lampadina che si accende nel buio della non conoscenza. Rappresenta, invece, l’illuminazione che giunge dopo anni di studi condotti con perseveranza.
Da qui, il modus dicendi ”la creatività non è ispirazione, ma traspirazione”.
Se pensiamo, poi, al lavoro di Alexander Fleming, al sudore possiamo aggiungere anche le lacrime. Infatti, nel suo laboratorio, ancora prima di scoprire il potere antibiotico della muffa, scoprì che le lacrime contengono una sostanza antibiotica naturale che battezzò Lisozima (le sue lacrime caddero su un vetrino dopo ore ed ore di lavoro, portandolo così alla coperta).


Psicologia della Gestalt

Il pensiero Gestaltico nasce dalle idee di Fritz Perls che sono state poi elaborate e sintetizzate dalla moglie Laura e dallo scrittore Goodman, oltre che dai sostenitori della Psicologia della Gestalt delle generazioni venute dopo.
L’approccio gestaltico si ispira ai concetti sulla percezione, che dimostrano come l’uomo organizzi gli elementi in insiemi attraverso il processo percettivo. Gli elementi non sono percepiti come distinti e scollegati tra loro, ma vanno visti come un insieme.
Secondo Perls l’apparato psichico funziona nello stesso modo, non è quindi possibile spiegare le proprietà di un sistema attraverso gli elementi che lo compongono, ma il tutto va analizzato nella sua totalità che comprende la mente e il corpo, l’immaginazione e il movimento, i pensieri ed i sentimenti.
In tutto questo gioca un ruolo fondamentale l’omeostasi. Essa consiste nel processo di autoregolazione che governa le funzioni vitali dei vari apparati che costituiscono l’organismo umano.
L’organismo si trova costantemente sottoposto a un’oscillazione tra equilibrio e squilibrio, in quanto ogni bisogno va a scuotere l’equilibrio di base e di bisogni ne abbiamo costantemente. Quando il processo omeostatico fallisce, quando la persona non riconosce i propri bisogni o non è in grado di soddisfarli, si infrange l’equilibrio e la persona si trova a vivere un profondo conflitto interiore.
Ma qual è il bisogno principale?

Due padri della PNEI: Norman Cousins e Candace Pert

Da un punto di vista scientifico le prime conferme sul potere terapeutico delle emozioni positive arrivano, negli anni ‘70, con il caso d...